giovedì 9 dicembre 2010

Pepe

Era passata gia' un'ora su quel pulmino carta da zucchero.
Il rumore e le vibrazioni stavano mettendo a dura prova la resistenza di Vania.
Safran si giro' ad un certo punto verso di lei che gli fece una smorfia di dolore.
Capi' che era giunto il momento per fare una sosta: " Oba, scusa. Non e' che ci potremmo fermare un po'. Magari in qualche posto dove si possa anche andare in bagno?".
"Ok, al prossimo villaggio ci fermiamo, devo anche fare gazolina"
Passarono ancora dieci lunghi minuti  di sofferenza e finalmente si videro le prime case. Non era un villaggio piccolissimo come si aspettavano. Anzi era una piccola citta', c'erano anche diversi negozi. Oba guido' con una certa destrezza nei cunicoli di quel labirinto e giunsero finalmente in un piazza abbastanza grande.
Pululava di gente che si spostava portando con se ogni tipo di merce, frutti tropicali, lattine di olio combustibile, vecchi copertoni. Sembrava che il loro unico scopo fosse quello di spostare merce da un punto ad un altro, senza un preciso perche'. Anche il rumore di quel posto era abbastanza caratteristico, voci che si levavano da ogni parte, a a cercare di vincere la confusione dei motorini rombanti, che producevano un baccano inversamente proporzionale alla velocita' a cui potevano andare.
Oba ci indico' un posto in cui si poteva trovare un bagno abbastanza accessibile.
Era nel retrobottega di un emporio che vendeve spezie e gioielli.
Vania corse vreso la porta che conduceva nel retro del negozio, la apri' ed ebbe un momento di esitazione, guardo' Safran con un'espressione che significava " ma dove cavolo mi hai portata?". Lui la ricambio' con un alzata di spalle e allargando le mani in un gesto di rassegnazione. L'esigenza fisiologica alla fine ebbe la meglio su Vania che scomparve dietro la porta.
 Safran aspetto' nel negozio con Bartolo in braccio che, curioso come un gatto,  voleva annusare ogni cosa . Avvicino' il musetto ad una polvere scura molto profumata. La curiosita' pero' a volte si paga cara, infatti appena impolvero' il suo nasino  prese a starnutire come un pazzo. Era pepe.
Dopo qualche minuto Vania usci' dal retrobottega con un misto di schifo e liberazione disegnata sul volto.
Safran le restitui' un Bartolo agitato nelle braccia e ando' anche lui in esplorazione delle segrete dell'emporio.
Usci' dopo un minuto e Vania e Bartolo non c'erano piu'. Usci' dal negozio ma nenache li' li vide. Torno' al pulmino di Oba ma niente, lui non li aveva visti.
Prese il suo telefonino per chiamarla ma scopri'che non c'era alcun segnale disponibile.
Cerco' di non farsi prendere dal panico.
Corse di nuovo a quel negozio e provo ad entrare nelle botteghe accanto a chiedere in inglese se avessero visto una donna con un gatto in braccio " I'm looking for a  woman with  a cat .... miaoooo"  e tentava di imitare il verso del gatto .... ne riceveva, nel migliore dei casi, solo sguardi persi nel vuoto,  altri invece sorridevano come se avessero capito che era arrivato un comico in citta' e si faceva pubblicita' in qualche modo.
Safran iniziava ad essere preso dallo sconforto.
Usci sulla piazza ed inizio' a gridare: VANIAAAA... .VAAAANIAAA

Ma si accorse subito di non avere una voce cosi' potente da competere con il casino locale.
Si appoggio' sfinito, su una tanica blu al bordo della strada.
Guardo' la terra marrone sulle sue scarpe. Era nel centro dell' Africa in una citta' di cui non sapeva neanche il nome. Solo.
Vania era scomparsa.

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