Safran guardava fuori dal finestrino. Finalmente aveva tempo di rendersi conto di dove fosse finito.
Il Sole era appena sorto. Era tutto un po' nuovo. Non si capacitava ancora di essere nel cuore dell'Africa. Il cielo aveva una luce strana, profonda. La terra… quanta terra.... sembrava viva. Il Sole che si muoveva nella direzione opposta... da destra a sinistra…si rese conto solo adesso che era la prima volta che oltrepassava l'equatore.
Il guidatore del pulmino lo osservò, poi disse: " Prima volta in Africa?".
" Si..." rispose ancora soprapensiero Safran, poi, riprendendosi "Ma… lei parla italiano?"
"Un poco, il mio nome e' Oba... Piacere"
" Piacere, Safran" tese la sua mano smorta a stringere quella ossuta, color nero carbone, di Oba.
" Bel nome Safran, cosa significa?"
" E’ il nome una spezia che si usa per cucinare, arancione intenso"
"Conosco, conosco... usiamo anche noi qui... la chiamiamo Zafarani"
" E il tuo? Che cosa vuol dire?"
" E il nome di un’antica tribù da cui viene la mia famiglia”.
"Come hai imparato l'Italiano? lo parli bene" intervenne Vania che aveva smesso di giocare con il micio.
" Ho lavorato per anni in un villaggio frequentato solo da Italiani, qui a Malindi" rispose Oba, " ce ne sono tanti. Solo che poi mi hanno cacciato".
" E perché? " chiese lei con un misto di curiosità e preoccupazione.
" E' una storia complicata... mi hanno preso con un pezzo di pane nella tasca mentre uscivo dal villaggio...mio fratellino stava male... aveva bisogno di energia... e così ho rischiato. Lo so avevo infranto le regole...ma era un pezzo di pane avanzato... l'avrebbero buttato via".
Lo sguardo di Vania si velò di tristezza. Era' molto sensibile, sopratutto quando si parlava di bambini.
" Anche voi siete in un villaggio?" chiese Oba.
Vania si rivolse a Safran e si rese conto solo allora che non aveva la più pallida idea di dove si stesse andando per dormire.
"Si, non ricordo bene il nome... devo averlo stampato da qualche parte" . Safran frugò nello zaino e tirò fuori una cartelletta con dei fogli che porse a Vania che lesse ad alta voce" Voyager Beach Resort.".
"L'ho trovato per caso ieri in internet, il primo della lista che aveva posti liberi... ho fatto tutto di fretta" si stava già scusando Safran.
"Lo conosco appena.. e' un villaggio nuovo, gestito da olandesi, mi sembra" disse Oba.
Intanto, stavamo passando accanto ad un lungo muro di cinta, al cui lato c'era una fila di uomini, ma forse anche bambini, in attesa, e al termine vicino ad un cancello due bestioni in uniforme, armati con fucili, che facevano dei controlli.
" E quelli cosa fanno?"chiese Vania accarezzando il pelo di Bortolo per farlo stare tranquillo. Le buche della strada lo facevano spaventare sempre... e ce n'erano tante.
"Aspettano di essere chiamati per un lavoro. Nei villaggi funziona così. Ogni giorno assumono gente nuova... per le pulizie. Lavorano soprattutto di notte. Li chiamiamo gli invisibili, perché il loro compito principale e’ quello di non farsi vedere dagli ospiti. Se, per caso, uno si avvicina, loro devo nascondersi in fretta e non farsi notare. A volte passano apposta le guardie a fare controlli e se ne beccano uno lo sbattono fuori. Però se vedono invece che sei bravo riesci anche a diventare cameriere. Io ce l'avevo fatta ma poi..."
Vania guardò Safran con un'espressione che non lasciava molto spazio alle discussioni.
Safran gli disse sottovoce ' Ho capito... ma.... sei sicura che potrai sopportare alcuni disagi?... non so se ci basterà l'eucalipto..."
Vania prese la mano di Safran " si... ce la posso fare". Safran annuì con un lieve cenno del capo e poi disse " Oba, ma tu non conosci un posto a Mombasa, dove poter andare a dormire... che non sia un villaggio?"
Oba ci pensò un poco poi disse esitante" Beh, un posto ci sarebbe... ma non so se può andarvi bene... voi siete... ricchi ed eleganti... Mia sorella MHINA ha una casetta in riva al mare, non molto distante dal vostro villaggio, ci vive con la sua famiglia... ma un paio di posti si trovano sempre... dove si dorme in sei, si può dormire anche in otto no?"
"Già" disse Safran, poco convinto, ma poi, incrociando lo sguardo di Vania" Dai portaci da Mihna!"